Penne Fisher pressurizzate all’azoto
(Fisher Space pen, Fisher Bullet, Fisher Original)
Il refill pressurizzato fisher space pen fu inventato appositamente per la nasa che negli anni '60 stava ricercando un'alternativa alla matita per poter consentire agli astronauti di scrivere anche in assenza di gravità.
Le missioni spaziali erano infatti diventate di routine e la micropolvere di grafite generata dalle matite poteva rappresentare un rischio per i delicati e sofisticatissimi apparati di bordo.
L'allora giovane paul c. fisher venne a sapere di questa ricerca e, visto che da tempo stava lavorando ad una cartuccia di inchiostro che non perdesse come quelle allora in circolazione, decise di investire le sue risorse in questa impresa.
il risultato fu un refill pressurizzato che era in grado di scrivere anche in assenza di gravità ma che, soprattutto, era in grado di sopportare le condizioni estreme dello spazio.
Il particolarissimo inchiostro tixotropico inventato da fisher, con la consistenza semisolida di una gomma da masticare, veniva liquefatto dalla sfera in carburo di tungsteno montata sul puntale che agiva con un "effetto macina" che rendeva possibile scrivere.
Conseguentemente l'inchiostro di fisher era in grado di resistere a temperature estreme, da -35°c. fino ad oltre 120°c., scriveva sott'acqua e perfino su superfici sporche o oleose.
Dopo molti test anche la nasa si convinse della superiorità di questo refill e da allora sia la agenzia spaziale americana e , successivamente, anche quella russa, utilizzarono le penne con refill fisher per tutti i voli in cui venivano utilizzati equipaggi umani.
Una fisher space pen era anche infilata nella tuta dei due astronauti neil armstrong e buzz aldrin che per primi, il 20 luglio 1969, sbarcarono sulla buna.
Il refill pressurizzato fisher space pen fu inventato appositamente per la nasa che negli anni '60 stava ricercando un'alternativa alla matita per poter consentire agli astronauti di scrivere anche in assenza di gravità.
Le missioni spaziali erano infatti diventate di routine e la micropolvere di grafite generata dalle matite poteva rappresentare un rischio per i delicati e sofisticatissimi apparati di bordo.
L'allora giovane paul c. fisher venne a sapere di questa ricerca e, visto che da tempo stava lavorando ad una cartuccia di inchiostro che non perdesse come quelle allora in circolazione, decise di investire le sue risorse in questa impresa.
il risultato fu un refill pressurizzato che era in grado di scrivere anche in assenza di gravità ma che, soprattutto, era in grado di sopportare le condizioni estreme dello spazio.
Il particolarissimo inchiostro tixotropico inventato da fisher, con la consistenza semisolida di una gomma da masticare, veniva liquefatto dalla sfera in carburo di tungsteno montata sul puntale che agiva con un "effetto macina" che rendeva possibile scrivere.
Conseguentemente l'inchiostro di fisher era in grado di resistere a temperature estreme, da -35°c. fino ad oltre 120°c., scriveva sott'acqua e perfino su superfici sporche o oleose.
Dopo molti test anche la nasa si convinse della superiorità di questo refill e da allora sia la agenzia spaziale americana e , successivamente, anche quella russa, utilizzarono le penne con refill fisher per tutti i voli in cui venivano utilizzati equipaggi umani.
Una fisher space pen era anche infilata nella tuta dei due astronauti neil armstrong e buzz aldrin che per primi, il 20 luglio 1969, sbarcarono sulla buna.
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